L'urgenza di una politica di adattamento climatico e di resilienza per Jesolo
Le immagini delle inondazioni che settimanalmente ci giungono dall'Italia e dal Mondo, con le relative perdite umane e i danni ad abitazioni, infrastrutture e beni, sono il segno tangibile del clima che sta cambiando.
Il fatto che il nostro territorio sia stato finora esente da gravissimi episodi di questo tipo, anche se le avvisaglie ci sono tutte, non ci deve far abbassare la guardia. Al contrario, è necessario ancor di più lavorare e recuperare il tempo perso per costruire una Jesolo resiliente, capace di adattarsi a condizioni climatiche in evoluzione e a fenomeni naturali di straordinaria intensità. Ma ancor di più dobbiamo abituarci al paradigma di lavorare preventivamente, anzichè inseguire e porre rimedio all'emergenza a posteriori. Pensare e costruire una città che sia a misura del mondo che in parte vediamo già e in parte è ancora da venire. Un contesto in evoluzione che richiede una politica virtuosa e ambiziosa, che sappia programmare e mettere in cima alla lista delle priorità la sicurezza fisica del territorio.
Il rischio primario è quello idraulico. Jesolo è territorio di bonifica, racchiuso e circondato dall'acqua: il mare, la laguna, il Sile ed il Piave sono i nostri confini naturali. E' intuitivo quanto il nostro rapporto con l'acqua debba essere improntato a comprenderne i rischi. Storicamente la Serenissima ha sempre dedicato grande attenzione al tema e ai grandi lavori idraulici. Viviamo con apprensione i periodi dell'anno in cui storicamente la combinazione di grandi piogge, vento di scirocco ed alta marea, fiume Piave con abbondanti apporti da monte mette sotto stress la tenuta delle difese arginali e della costa. I fenomeni emergenti, e crescenti, delle precipitazioni di grande intensità in poco tempo portano allo stremo e mettono in evidenza i limiti delle infrastrutture di raccolta delle acque piovane.
L'Amministrazione Comunale sta lavorando su vari fronti per affrontare questo tema. L'entrata in vigore del nuovo Piano Generale del Rischio Alluvioni (PGRA) da parte dell'Autorità di Bacino Alpi Orientali, che molti conoscono soprattutto per i limiti imposti in alcune parti del territorio all'attività edilizia, ha comportato un cambio di mentalità e di regole. Proprio sulla scia di quanto recentemente disposto dall'Autorità di Bacino con l'istituzione dell'Osservatorio dei Cittadini sulle Piene (da verificare nome esatto), abbiamo deciso di aderirvi insieme ad altri comuni dell'asta del Basso Piave. Questa scelta partirà da un adeguamento del Piano di Protezione Civile di Jesolo, nella sezione dedicata al rischio allagamenti, e darà uno strumento migliore e più aggiornato all'Amministrazione Comunale e Gruppo di Protezione Civile per affrontare prontamente eventuali eventi estremi. L'Osservatorio prevede poi una serie di azioni che vanno dalla sensibilizzazione dei cittadini e degli studenti con eventi e comunicazione, l'adesione ad una piattaforma di segnalazione utilizzabile dai cittadini, la predisposizione di sistemi di allartamento della popolazione, l'effettuazione di esercitazioni. Tutto ciò rappresenta un ottimo strumento di prevenzione che permetterà di innalzare il grado di consapevolezza di tutti noi, Istituzioni e Cittadini, per sapere come affrontare eventi alluvionali.
E' necessario iniziare a realizzare i grandi interventi infrastrutturali, non realizzati in passato, che mettano in sicurezza le zone più fragili e storicamente soggette ad allagamenti. Iniziamo da Jesolo 2 in Centro Storico, zona morfologicamente depressa e dove abitano centinaia di famiglie che da decenni vivono come un dramma gli acquazzoni nei quali rischiano sempre di vedere le cantine, i garages, parte dei piani terra allagati.
Abbiamo approvato un ambizioso progetto per I Lotto degli Interventi di messa in sicurezza idraulica di via Botticelli, Guardi, Lega, Golgoni e via Roma destra per un importo di € 4,5 milioni, finanziato per € 2,5 milioni dal Comune di Jesolo con l'accensione di un mutuo, per € 1,5 milioni da Veritas e da € 500.000 dalla Regione Veneto. I lavori iniziano a metà novembre con le predisposizioni del cantiere, ma entreranno nel vivo a gennaio 2025 con l'esecuzione vera e propria e che durerà circa un anno e mezzo, prevedendo la separazione della fognatura attualmente mista, la realizzazione di grandi volumi di invaso per le acque piovane che permetteranno di gestire i sempre più frequenti acquazzoni di grande intensità e la rifacimento dell'acquedotto.
In continuità, è già approvato il II Lotto degli Interventi di messa in sicurezza idraulica di via Lotto, Giotto, Fornaci e Roma destra, con la stessa tipologia di interventi. Il costo in questo è di € 2,5 milioni, per i quali siamo molto fiduciosi di recuperare le coperture a bilancio e poter avviare i lavori quanto prima.
Il combinato disposto è di ben 7 milioni di euro, un investimento monstre e un sacrificio importante per il bilancio comunale finalizzato alla sicurezza delle persone e del patrimonio, che deriva dal convincimento che investire per tempo significa risparmiare nella gestione dei danni delle emergenze in futuro.
Ci sono anche altre zone di Jesolo che vivono storicamente il problema degli allagamenti. Anche in questo caso vogliamo agire con pragmatismo. Per quanto riguarda Piazza Trieste e via Aquileia, è in fase di ultimazione il progetto esecutivo che analagamente prevede la sistemazione della raccolta delle acque piovane e il suo deflusso verso invasi adeguati. La cifra da dedicare a questi interventi sarà coscipua, probabilmente vicina ai 7 milioni di euro. La vera partita sarà quindi cercare fonti di finanziamento per dare avvio anche a questa importante opera. Ci sono poi le zone di Piazza Milano con le vie a monte e ancora il Centro Storico con le vie Toti, Garibaldi, Bolivar. Appena possibile daremo gli incarichi per la progettazione delle opere per dare una risposta adeguata anche ai tanti cittadini ed operatori di queste zone di Jesolo.
Jesolo è una città vecchia sotto il profilo delle dotazioni infrastrutturali: buona parte delle reti fognarie e dell'acquedotto è stata realizzata 50-60 anni fa e sconta il prezzo di una naturale usura del tempo e di una inadeguatezza rispetto allo sviluppo della città. E' mancata, probabilmente anche per mancanza di fondi, una manutenzione costante. Consapevoli di ciò, abbiamo colto l'opportunità offerta dalla legge regionale Veneto 2050 che, a differenza del precedente Piano Casa, continua a dare il diritto di demolire e ricostruire gli immobili con un bonus volumetrico, ma obbliga negli interventi più consistenti a stipulare con il Comune una convenzione. In discontinuità con il passato, questa Amministrazione ha concordato con i privati l'investimento in opere pubbliche di adeguamento delle opere di urbanizzazione a partire dalla rete fognaria, con lo sdoppiamento in moltissimi casi e l'adeguamento in altri.
Questo ha permesso in oltre 30 interventi di porre a carico del privato interventi per oltre 3 milioni di euro, che sarebbero stati irrealizzabili per carico di lavoro ed investimento dal pubblico.
Resta un altro grande tema, che andrà affrontato separamente, ma che vale la pena accennare. Il rischio idraulico più importante che questa città dovrà affrontare in un orizzonte temporale di 50-100 anni è quello derivante dall'innalzamento del livello del mare. Un fenomeno che già timidamente iniziamo a vedere e che è strettamente connesso al fenomeno dell'erosione. Il rinnovo dei titoli concessori del demanio marittimo permetterà al Comune di incamerare risorse per circa 15-20 milioni di euro che saranno integralmente devolute ad interventi strutturali di messa in sicurezza della costa della Pineta. Abbiamo da poco conferito l'incarico al professionista per redigere una fattibilità degli interventi: in questa sede dovremo iniziare a ragionare sull'innalzamento del livello dell'Adriatico.

