L’importanza della stabilità

Il fatto che l’efficacia di un governo (nazionale o locale) sia diretta conseguenza della sua stabilità, è un fatto tanto ovvio quanto alle volte sottovalutato.

La cronaca locale ci ha raccontato, in queste settimane, di come alcune amministrazioni vicino a noi siano implose, fino alla decadenza del consiglio comunale e alla nomina del commissario prefettizio al posto del sindaco per traghettare il comune a nuove elezioni. In altri casi si legge quotidianamente di distinguo tra le forze politiche, di richieste di allontanamento di singoli assessori, di minacce di sfiducia. Non entro nel merito delle vicende politiche locali, che non mi riguardano, ma l’esempio deve essere riportato per capire cosa NON si deve fare per amministrare (possibilmente bene) un territorio.

La stabilità politica di un’amministrazione comunale non è di per sé sinonimo di buongoverno, perché ad esempio si potrebbe consumare un mandato senza fare scelte importanti ed anzi “tirando a campare”. Ma di certo non si possono fare scelte importanti se il mandato si interrompe prima del dovuto o, ancor di più, se il mandato di un sindaco è costellato da insidie quotidiane che corrispondono più a esigenze esclusivamente politiche di gruppi di una maggioranza o a manie di protagonismo di singoli che ha un reale interesse per il bene comune.

Ciò non significa che non debba vigere un democratico spirito di confronto all’interno di una maggioranza. Al contrario, le voci critiche alle volte possono essere espressione della necessità di correggere il tiro delle scelte amministrative. La dialettica e l’approfondimento delle scelte devono essere una costante nella vita di un gruppo che amministra una città. Ma un conto è il dialogo, un conto è il continuo eccepire distinzioni, il continuo stop & go nell’azione amministrativo, la perpetua ricerca delle cose che non vanno. Ciò che deve prevalere alla fine è la necessità di giungere a decisioni che non siano “depotenziate” per fare contento questo o quello e che siano “veloci” ovvero arrivino nei tempi necessari per dare i propri frutti o rispondere ad un’esigenza/urgenza.

“Chi amministra un territorio è tenuto a “fare”.”

In realtà il vero grande momento di confronto aperto e a larga scala di una maggioranza si svolge prima che la maggioranza stessa arrivi a governare. Può sembrare un paradosso o una cosa strana, ma è proprio così. E proprio qui sta quello che possiamo definire il “segreto” della stabilità politica di un’amministrazione e dell’efficacia dell’azione di governo. Perché alla fine, quello che importa tanto in politica quanto nella vita, sono i fatti, più delle parole. Chi amministra un territorio è tenuto a “fare”.

Oggi Jesolo può contare su un’amministrazione e una maggioranza compatta e coesa, in cui si dialoga, ci si confronta e si arriva a mettere in atto delle scelte concrete e ad attuare il programma con il quale ci siamo presentati agli elettori. Nel nostro caso arrivare a questo risultato non è stato il frutto del caso, ma la conseguenza di un lavoro durato anni. Un lavoro di costruzione di un gruppo che si conosce, in cui prevalgono di valori e dei principi fondanti, in cui prevale la tensione al bene comune e la politica del fare, la vera politica. Un gruppo che si è cementato e che ha allargato le porte ad altre componenti, con uno spirito inclusivo, ma con l’unico confine ben netto: evitare le accozzaglie, fatte solo per avere la somma matematica ritenuta necessaria per vincere la competizione elettorale. Un gruppo in cui davvero “uno vale uno”, ma non nella logica del falso egualitarismo che male ha fatto all’Italia in questi anni dal VaffaDay in poi. Un gruppo che non ha paura di accogliere altre persone e altre componenti che condividono lo spirito del bene comune.

Come fa chi si è odiato da sempre e non condivide mezza idea a giurarsi amore eterno e assicurare stabilità e buongoverno ad una città nel giro di qualche giorno? E’ difficile. E i risultati possono essere catastrofici per una città, perché non c’è nulla di peggiore per un territorio che perdere mesi ed anni a causa delle lotte tra le fazioni politiche e i commissariamenti.

Questo credo sia il primo impegno che ci siamo presi con gli jesolani nel 2022: garantire un’amministrazione compatta, coesa, stabile ed efficace. E sarà il primo biglietto da visita con il quale ci ripresenteremo agli jesolani alla fine del mandato.