Il falso equivoco dell’urbanistica a Jesolo

Ci sono alcuni falsi miti che vanno sfatati e contestati per quel che riguarda lo sviluppo edilizio di Jesolo. Mi riferisco alla (falsa) rappresentazione di chi vorrebbe raccontarci che l’alternativa allo sviluppo massiccio basato sui “metri-cubi-e-basta” portato avanti, senza soluzione di continuità in questi 10 anni di maggioranza Forza Italia – Partito Democratico a Jesolo e proseguito anche dopo il cambio dell’assessore all’urbanistica, è il blocco totale dell’edilizia in città. Sviluppo contro stop.

E’ una rappresentazione di convenienza e fuorviante, oltre che falsa. Non mi iscrivo al partito degli ambientalisti a senso unico, anzi l’ideologia dello stop a tutto è quanto di più lontano dalle mie idee. Ed è curioso che spetti a noi, che di sinistra non siamo, condurre parte delle battaglie che la sinistra jesolana ha fatto sue nei vent’anni in cui era all’opposizione, salvo cancellarle con un tratto di penna, anzi a suon di voti favorevoli ad accordi di programma e varianti urbanistiche in Consiglio comunale, una volta giunta al governo della città. Noi siamo per lo sviluppo. Senza se e senza ma. Non vogliamo una Jesolo ferma, vogliamo una Jesolo moderna, sostenibile, orientata al futuro secondo canoni di sviluppo che non appartengano al secolo scorso.

Io credo con convinzione che l’edilizia sia una parte importante e irrinunciabile del tessuto economico e produttivo di Jesolo. Non possiamo e non dobbiamo, quindi, fare scelte che penalizzino un settore che crea ricchezza e produce posti di lavoro nella nostra città. Credo che lo sviluppo di Jesolo debba proseguire, per non ricacciarci nella situazione degli Anni Ottanta e di inizio Anni Novanta quando lanostra città era allo stallo, ma tracciando una visione di futuro chiara e precisa e che sia compatibile, oltre che con la direzione in cui stanno andando il mondo e i nostri competitor in ambito nazionale e internazionale, anche con le scelte che il Recovery Plan imporrà al nostro Paese.

Riuso, riutilizzo, riqualificazione. Queste sono le parole d’ordine del futuro prossimo che, oltre ad essere termini evocativi, sono anche espressioni che devono trovare concretezza. Il consumo di suolo non è un tabù assoluto, ma deve essere utilizzato esclusivamente per progetti che portino un reale beneficio alla collettività e alla città, per opere che abbiano un elevatissimo grado di importanza per Jesolo. Non solo per i privati.

L’alternativa alla gestione dell’urbanistica che abbiamo visto in questi anni, basata sulla distribuzione delle volumetrie giustificata da benefici pubblici della spesso contestabile importanza, non è il blocco totale. L’alternativa possibile, doverosa e percorribile, sta in uno sviluppo sostenibile che non blocchi, ma che indirizzi verso edilizia di qualità, tutela del territorio non ancora urbanizzato, riqualificazione dell’esistente, creazione di posti di lavoro e di benessere per la città, riduzione del rischio idraulico, miglioramento delle infrastrutture e dei sottoservizi, risoluzione del disordine edilizio di Jesolo e, perchè no, impiego della rete di artigiani e imprese jesolani.

Credo, anzi sono estremamente convinto che se la politica di Jesolo avrà il coraggio di pensare ed attuare uno sviluppo di questo tipo, moderno e compatibile con la direzione imboccata dal mondo, ci saranno nuove e sempre sostenute opportunità economiche anche per il comparto dell’edilizia.