Perché la folle corsa alle presenze è un falso obiettivo

Meta di questi molteplici sforzi è l’aumento delle presenze turistiche a Jesolo del 20% nei prossimi 5 anni, portandole così a 7 milioni annue.

Questo è un passo tratto dal programma elettorale con cui l’attuale Sindaco di Jesolo si è presentato agli elettori nel 2017.

Aggiungo un ulteriore dato. 5.438.519 è il numero delle presenze turistiche registrate da Jesolo nell’ultimo anno “normale” prima della pandemia.

Queste due premesse servono ad elaborare un ragionamento rispetto ad un falso mito che, purtroppo, influenza le convinzioni e le scelte di chi ha potere di decidere, spesso a causa di una superficiale conoscenza di cosa è davvero turismo.

La falsa credenza è quella per cui il numero delle presenze, il semplice e grezzo dato quantitativo, sia l’unico e più importante indice del successo e della prosperità economica di una destinazione turistica. Forse da un punto di vista elettorale può essere un argomento facilmente spendibile, ma nella sostanza non esiste nulla di più sbagliato. Chiariamoci: è inteso che è meglio fare 5 milioni di presenze piuttosto che farne 2 milioni. Però siamo sicuri che l’obiettivo corretto dello sviluppo di una meta turistica sia quello in assoluto di aumentare il numero delle presenze? Siamo sicuri è meglio contare le presenze piuttosto che pesarle? E’ l’annosa diatriba tra quantità e qualità. Ci ricordiamo uno dei principali temi di dibattito pubblico a Venezia prima del Covid ovvero la necessità di contingentare gli arrivi in Laguna?

Ci stiamo tutti rendendo conto come i primi weekend di questo inizio di stagione abbiano visto la città strapiena, ma anche notevoli problemi legati alla movida selvaggia e ai giovanissimi che si ubriacano, che si picchiano, che provocano schiamazzi e disagi. Siamo certi che questo tipo di presenze o comunque di pendolarismo sia quello che davvero vogliamo a Jesolo?

Tralascio di sottolineare come l’obiettivo delle 7 milioni di presenze fosse di per sé pura utopia propagandistica ed è evidente a tutti che tra l’altro è incoerente, e impossibile da raggiungere, se coniugata con un’altra scelta dell’amministrazione ovvero quella di consentire lo svincolo, e la fuoriuscita dal mercato delle presenze turistiche, di una ventina di hotel di piccole e medie dimensioni con il PAT.

Io credo invece, al contrario, che la corsa che deve fare Jesolo non è quella, folle, alle presenze e alla quantità, ma quella di elevare la qualità del movimento turistico e piuttosto di aprire nuovi canali e nuovi segmenti di offerta che permettano di elevare l’attrattività della città nei mesi di inizio e fine stagione.

Cerco di segnare un’idea di sviluppo turistico della città con qualche spunto operativo.

Primo, dobbiamo lavorare sodo sulla sicurezza, sia quella percepita che quella effettiva, per comunicare che Jesolo non è posto dove venire a fare malanni e casino, ma è una città che vuole un divertimento sano, felice e responsabile. La tutela della sicurezza, fatta di scelte e di messaggi precisi, è la precondizione necessaria per promuovere un turismo di qualità. In questo la continua crescita di qualità della Polizia Locale e il potenziamento della videosorveglianza sono elementi essenziali.

Secondo, dobbiamo investire nelle nuove tecnologie per creare una città moderna, smart e dinamica. Colonnine di ricarica in giro per la città, agevolazioni per veicoli elettrici, ibridi, ad idrogeno, ripensamento del bike sharing, sistemi intelligenti che efficientino la gestione del traffico e dei parcheggi.

Terzo, ambiente e sviluppo sostenibile sono due direttrici essenziali. Abbiamo pregevoli ricchezze naturali: Pineta, Laguna del Mort, Piave e Sile, Laguna di Venezia. E’ necessario metterle al centro di programmi di valorizzazione. L’ampliamento della rete ciclabile, ma soprattutto la connessione tra i percorsi interni e esterni alla città e una programmazione che sia bike first, vanno perseguiti senza sosta.

Quarto, lo sviluppo urbanistico della città deve essere percepito come sostenibile da chi ci vive e da chi ci visita. Recenti studi ci hanno dimostrato, come se servisse, che i nostri turisti soprattutto di provenienza straniera, criticano di Jesolo l’eccessiva corsa al cemento e la mancanza di spazi verdi.

Quinto, il decoro cittadino e la manutenzione della reti dei sottoservizi devono essere oggetto di un programma pluriennale ambizioso. La via principale del Lido va ripensata, diventando un gioiello da fotografia. Non è poi possibile accettare una città che ha le torri e le firme delle archistar, e al primo caldo va in black-out e alla prima pioggia va sotto acqua.